mercoledì 27 novembre 2013

ICONE / STOKER


Chan-woon Park ci regala una trama scontatina, morbosetta e che sciommiotta Lolita.
Stoker avrebbe voluto essere qualcosa che alla fine non è.
Sceneggiatura e personaggi non riescono a fare il loro dovere e questo vuoto viene riempito da una scelta stilistica che purtroppo salva solo in parte il film. Grande maestria nell'uso delle dissolvenze, di suggestive metafore e dettagli curati fino quasi all'ossessione. Ma la parte per la quale vale la pensa soffermarsi a parlare è quella curata da Kurt Swanson e Bart Mueller, costume designer e veri trionfatori di questo film. Collaborazioni con Elie Saab. L'Wren Scott, Proenza Schouler e Band Of Outsider rendono il guardaroba di tutti i personaggi di Stoker quasi degli esseri perfetti nella loro personale pazzia.
India Stoker (Mia Wasikovska) sfoggia completi verginali dalle nuance austere e invidiabili stringate bianche e nere. Le Louboutin che indossa alla fine del film, sono di una perfezione che lascia senza fiato. Merito dell'inconsapevole (o consapevolissima) citazione di Twin Peaks?
Ivy (Nicole Kidman) con pizzi, sete, decoltè sterpitose impersonifica l'eleganza fatta persona, mentre Charlie (Matthew Goode) con una palette perfetta fa la sua (s)porca figura da gentlemen, un Norman Bates dei giorni nostri. Ciò nonostante Stoker rimane li, nell'iperspazio dei film imperfetti, forse un pò compiaciuto e consapevole di tutte le griffe che girano intorno alla storia.

Alla fine del film ti viene solo una gran voglia di derubare la famiglia Stoker al completo.






















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